Caratteristica della tecnica fotografica è la capacità di bloccare un istante: tempo+spazio.

 

Ciò permette di trattenere nella memoria il soggetto catturato nell’istante esclusivo di uno scatto ma nega le altre possibilità e la conoscenza del soggetto è quindi limitata.

Contro questo impedimento si può agire lungo due direttive: quella del tempo e quella dello spazio. Rivolgendosi al fattore tempo ciò consiste nel creare immagini multiple composte da differenti istanti, frutto di diversi punti di vista temporali. Il soggetto fotografato rimane invariato in rapporto allo spazio ma è ricomposto nel suo essere mutevole nei diversi istanti che ne mostrano le diverse apparizioni.

Per rendere più evidente l’operazione si utilizzano due punti di vista temporali differenti riferiti al giorno ed alla notte in quanto rappresentano i poli estremi della percezione dove l’esistenza dell’uno nega quella dell’altro. Nelle immagini multiple invece i due istanti riescono a convivere elaborando una nuova percezione delle cose.

 

Il frammento nasce dalla destrutturazione e dalla precarietà della percezione. Per la sua incompletezza si pone come l’unica ricomposizione possibile del reale: ristrutturazione caratterizzata dalla libera associazione degli istanti-soggetti-situazioni, dalla visione caleidoscopica e dal sovvertimento del reale.