gli scatti del sole
Maurizio Rizzo

Portare dietro con me, ovunque il destino mi abbia riservato di andare – a volte mi verrebbe da dire “condannato” –, gli scorci suggestivi dei paesaggi in cui sono nato e cresciuto, è l’idea, tutta personale, intorno alla quale si è sviluppato questo progetto.

 

Non si tratta di foto qualunque, ma di punti di vista ben precisi, che ricorrono nell’immaginario del mio pensiero, dettati dall’esigenza di volerli vivere e rivivere, ma offuscati da una inavvicinabile lontananza, e che per questo ho voluto catturare in determinate condizioni di soleggiamento, giocando sul connubio sole-argilla sprigionato dai calanchi, e sullo strano, meraviglioso gioco con cui questi due fattori indissolubili, riescono ad esaltarli in uno spettacolo naturale senza confronti.

 

A tutto questo si aggiunge il lavoro che l’uomo ha apportato negli anni, e che segna inconfondibilmente il territorio. Un lavoro delicato e al contempo essenziale, mai distruttivo o imponente: costruzioni modeste, a volte lasciate in condizioni di abbandono, piccoli insediamenti urbani che inneggiano all’umiltà, all’unione, all’amicizia, alla passione di coloro che li hanno costruiti, e poi i campi di ulivi e di aranci che denotano ed esaltano il sacrificio e la fatica di chi li ha coltivati.

 

A volte mi sembrano paesaggi di altri tempi, restituiti alla storia per le gesta, non del tutto condannabili, del brigantaggio lucano, ritoccati da un uomo di cui si sono perse ormai le tracce, e con esse i suoi principi, i suoi valori, i suoi ideali. Periodi ormai lontani che sembrano però rivivere ancora oggi, grazie ad una memoria visibile, tangibile, che è lì che aspetta, ferma nel suo apparente immobilismo e pronta a lasciarsi immortalare nella sua essenzialità.